martedì 24 marzo 2015

L'ARTE DELLA POTATURA DELL'OLIVO SI INSEGNA, DA ANNI, ALL'ISTITUTO AGRARIO DI LARINO

Sabato 21 marzo, a San Felice del Molise, uno dei tre comuni molisani a minoranza etnico-linguistica croata, dal colle da cui si erge e domina , con uno sguardo, i monti della Majella fino al mare e al Gargano, si è svolto l’evento divulgativo “l’arte del potare molisano”, curato dall’Arsiam, l’agenzia per lo sviluppo agricolo della Regione Molise. Giunto alla sua undicesima edizione, in un percorso itinerante tra paesaggi olivicoli e cultivar autoctone, sotto l’attenta guida di Maurizio Corbo, funzionario del relativo ufficio olivicolo, la manifestazione, che dopo un rodaggio più che consolidato - lo dimostrano il numero di partecipanti e l’attenzione che la precede tra addetti - diventa uno dei punti di riferimento della cultura olivicolo-olearia molisana, oltre che eleggere i “maestri potatori” che rappresenteranno la Regione nel concorso nazionale “Forbici d’Oro”. Oltre 70 i partecipanti che si sono sfidati, presso l’azienda di Travaglini Antonio, con l’ausilio di forbici e seghetti, per “disegnare” piante che producano olive di qualità, perché potare è un'arte.

La squadra dei potatori pronti per la gara

Da sinistra, Sebastiano Delfine (Università del Molise) e Enrico Maria Lodolini (Università Politecnica delle Marche), giudici della gara. A destra, Maurizio Corbo dell'Arsiam.

Un'arte, quella della potatura, che si insegna anche a scuola, presso l’Istituto Tecnico Agrario di Larino, l’unico della Regione, che da molti anni offre alla manifestazione un gruppo di giovani agguerriti e fortemente motivati, legati alla terra, che ne sono espressione, ma anche futuro. Quest’anno, attraverso un percorso dedicato, sotto la guida di Matteo Lamanna e Elisabetta D’Ercole, docenti dell’Istituto, e l’esperienza sul campo del collaboratore Giuseppe Barone, la squadra di ragazzi dell’Istituto, ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, occupando le prime sei posizioni della graduatoria (9 tra i primi 10; 12 tra i primi 15), quelle che danno accesso alla finale del 10 e 11 aprile in provincia di Siracusa. La potatura dell’olivo a vaso policonico, anche attraverso l’ausilio di agevolatrici, ha diversi vantaggi, come una facile gestione della pianta, maggiore insolazione e passaggio dell’aria, che sono la chiave per olive o olio di qualità, ma anche non utilizzo delle scale, quindi, maggior rendimento, minor spesa e qualità elevata. 

Il vincitore della gara, Di Giuseppe Domenico dell'Istituto Agrario di Larino

I primi sei classificati, che parteciperanno alla fase finale, e relativo punteggio:
  1. DI GIUSEPPE Domenico (29,4)
  2. GUGLIELMI Francesco (26,4)
  3. DI BARTOLOMEO Samuele (26,2)
  4. TRIVISONNO Antonello (26)
  5. DI MARIA Mattia (25)
  6. ANGELOZZI Armando (25)
Il Molise è ricco di olivi, e queste piante, spesso, sono in stato di “abbandono” perché le campagne si sono via via spopolate, con il rischio di perdere un patrimonio straordinario in biodiversità, oltre che di paesaggio. Riavvicinarsi alla coltura dell’olivo, vuol dire riavvicinarsi alla cultura, riscoprire la nostra storia, preservare il paesaggio, perché il "Molise è terra d'olio", perché "i giovani sono la nostra salvezza".




Scatti dell'evento


Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com


giovedì 19 marzo 2015

NASCE IL MODELLO "MOLISE TERRA D'OLIO"

L'evento che si è svolto sabato 14 marzo, presso il Castello Pignatelli di Monteroduni ha, probabilmente, per la prima volta, il sapore di un’assunzione di consapevolezza e di un nuovo modo di comunicare, quella che è la storia e la cultura dell’olivo e dell’olio millenaria di un popolo, troppo spesso ai margini e lontano dalle luci della ribalta, arricchita da una biodiversità olivicola, ricchezza di territori e declinazioni, oltre che tradizioni straordinarie.


di Sebastiano Di Maria
(articolo pubblicato su Teatro Naturale)

Con le sue oltre 500 cultivar, circa la metà del patrimonio olivicolo mondiale, con i suoi diversi e variegati territori che ne conferiscono qualità e declinazioni uniche, con il suo milione di olivicoltori che sono tutela e baluardo del paesaggio olivicolo, l’Italia, con le sue terre d’olio, può esprimere il meglio che l’olivicoltura mondiale può offrire, anche in un momento difficile e d’incertezza come quello attuale. Anche il piccolo Molise, che può vantare una storia millenaria per la sua olivicoltura, oltre che una straordinaria biodiversità, ha finalmente messo un punto fermo importante su quello che è il suo futuro: la voglia di condividere, di crescere insieme nella sfida del mercato, ma di proporsi anche come modello (i numeri giocano a suo favore). 

Castello Pignatelli
Questo è il senso che si è colto nell'evento “Molise terra d’olio” di Monteroduni, con una straordinaria partecipazione di pubblico, attento, formato da operatori di filiera giunti da tutta la Regione, oltre che da amministratori e rappresentati istituzionali di ogni grado. Cos'è che ha fatto scattare la scintilla nel voler intraprendere insieme un percorso, i cui tempi erano ormai maturi, anche tra difficoltà oggettive e punti di vista e peculiarità diverse? Oltre alle difficoltà risapute dell’annata passata, di sicuro, una grossa mano l’hanno data anche i due relatori d’eccezione presenti, che hanno portato la loro esperienza, ma anche i due massimi esperti regionali in materia che, spesso invano, lo scorso anno, hanno predicato nel buio. Fausto Borella, curatore della guida “Terre d’olio”, uno dei “figli” di Luigi Veronelli, ha proprio indicato, in quest’anno zero, “la necessità di mettersi in gioco, di creare un modello nuovo, di capire come produrre eccellenza, di come portarla a tavola, mettendoci la faccia, quella dei produttori, con i loro territori, con la loro cultura”. Seguire con attenzione tutta la filiera, dalla scelta del momento migliore per la raccolta, passando per una frangitura più rapida possibile, seguito da una corretta conservazione, sono un primo passo per produrre qualità, che deve essere necessariamente un prerequisito. Ovviamente, bisogna dar seguito alla filiera della qualità, “facendo squadra, attraverso una corretta opera di comunicazione, che potrebbe avvicinare il consumatore, in particolare, quelli al di fuori dei confini nazionali, che meglio hanno colto la valenza di un olio amaro e piccante con il suo contenuto in polifenoli, e gli oli molisani ne esprimono valori molto alti”, chiude lo stesso Borella. Cos'è che noi italiani ancora riusciamo a comprendere se l’extravergine rappresenta uno dei prodotti della terra più sottovalutati e vittima di fraintendimenti o cattiva comunicazione? 

Servizio giornalistico del TG3 Molise

Maurizio Pescari, giornalista e critico enogastronomico, ha cercato di darne spiegazione focalizzando tutto in un concetto: “più olivi sono presenti in un territorio, più bassa è la cultura dell’olio; quello che noi chiamiamo cultura, in realtà, è abitudine, perché tutti lo abbiamo da sempre in casa”. Continua poi lo j’accuse dello stesso, sempre incentrato su un’assenza o fraintendimento sulla cultura dell’olio drammatica, in particolare sulla “qualità percepita, che pone in posizione privilegiata le Regioni più blasonate - spesso con produzioni modeste o non rapportabili - dove nelle loro bottiglie c’è di sicuro il miglior olio di quelle a bassa qualità percepita”. Un chiaro messaggio ai produttori presenti, su qual è la strada da percorrere anche per il Molise. Particolarmente intenso e accorato, non senza stoccate al vetriolo, l’appello di Mario Stasi, agronomo del Co.Re.Di.Mo - il Consorzio di difesa della Regione Molise - quando ha sentenziato che “la mosca dell’olivo è sempre esistita e se ci sono stati problemi in tal senso, e perché non si crede nell'assistenza tecnica”, rincarando la dose, poi, su scelte politiche che, spesso, in senso generale, “avvantaggiano un certo tipo di agricoltura e non una lettura sana del territorio, dove l’olivicoltore è primo attore nella sua tutela”. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Corbo, responsabile dell’ufficio olivicolo dell’Arsiam, l’organo istituzionale di controllo della Dop Molise. “Abbiamo capito qual è la strada, ora bisogna mettersi in cammino per capire qual è la destinazione”, chiosa l’agronomo, per poi mettere in risalto la “necessità di tutela della qualità, attraverso la tracciabilità fino al consumatore, con quello che la tecnologia mette a disposizione, come il QR Code”. 


Importanti anche le indicazioni provenienti dal mondo istituzionale; nelle parole dell’Assessore all'agricoltura, Vittorino Facciolla, intervenuto a margine dell’evento, “l’olivicoltura, il piccolo produttore e il territorio saranno la spina dorsale dei nuovi piani di sviluppo rurale, incoraggiando l’innovazione e le forme associative, mentre mai saranno sposati sistemi che non hanno nulla a che fare con la storia del territorio”. Intenso e partecipato anche il successivo dibattito, che ha messo sul piatto un’assunzione di consapevolezza da parte di tutti, ma anche di una necessità di trovare un modo per condividerne i contenuti, pur mantenendo le proprie peculiarità. Come adoperarsi in tal senso? Innanzitutto mettendo al centro l’agricoltura e la terra, non quella che produce denaro, ma quella della produzione di cibo, riscoprendo e valorizzando le proprie radici, studiando e approfondendo la biodiversità, i diversi territori e mettendo insieme le diverse espressioni. Ovviamente bisogna abbandonare lo spirito competitivo, concetto che ormai tutti hanno capito, per inaugurare un modello di tipo “cooperativo” e partecipativo - gli aiuti europei ne promuovono lo sviluppo - cogliendo i segnali positivi emersi dall'incontro. Un modello “Molise” per l’extravergine sta per nascere, perché tutti comprendano che è davvero “Terra d’Olio”.



mercoledì 11 marzo 2015

IL MOLISE DELL'OLIO SI CONFRONTA A MONTERODUNI

Sabato 14 marzo, dalle ore 15, presso il Castello Pignatelli di Monteroduni, in provincia di Isernia, si terrà un importante appuntamento sull'olivicoltura e l’olio. Nel complesso di origine longobarda, una delle gemme di una piccola Regione tutta da scoprire, esperti del settore, produttori e comunicatori, si sono dati appuntamento per tracciare la rotta nelle scelte future programmatiche del comparto. Pur in difficili condizioni, con grande attenzione e professionalità, si sono ottenuti oli di qualità nella scorsa campagna, come quelli delle aziende della Regione selezionate nell'importante guida “Terre d’olio”, curata da Fausto Borella, che per l’occasione presenterà la sua ultima fatica editoriale. Con lui ci saranno, l’esperto giornalista di enogastronomia, Maurizio Pescari, Maurizio Corbo, responsabile dell’ufficio olivicolo dell’Arsiam, l’agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, e Mario Stasi, esperto di olivicoltura e membro del Co.Re.Di.Mo, il consorzio di difesa regionale. All'Assessore regionale all'Agricoltura, Vittorino Facciolla, il compito di tracciare le direttive per il futuro. “Molise terra d’olio”, questo lo slogan dell’evento, vuole essere un omaggio a una terra con un’olivicoltura millenaria, un dono da preservare, condividere e comunicare.

Comunicato Stampa

Invito (fronte)

Invito (retro)

Locandina


Scuola del Gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com


domenica 8 marzo 2015

TRENO VERDE PER EXPO ANCHE IN MOLISE

Tornare alla terra per seminare futuro”, questo il nuovo slogan della storica sinergia tra Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato che, nell'anno dell’esposizione universale, cambierà struttura e obiettivi per l’inizio di un viaggio speciale per evidenziare l’importanza dell’agricoltura di qualità e delle buone pratiche ambientali e sociali. A partire dal 18 febbraio, fino all’11 aprile, lo speciale convoglio si fermerà in 15 città italiane per far conoscere e riscoprire la bellezza e l’eccellenza dei territori, attraverso il racconto delle migliori esperienze dell’agricoltura italiana di qualità in viaggio verso l’appuntamento di Milano. Il Treno Verde, durante il suo viaggio, presenterà il “Manifesto della Nuova Agricoltura: una Nuova Agricoltura sostenibile che è già all'opera, anche se la strada è ancora lunga e in salita”, attraverso l’attenzione per i processi naturali, alla qualità degli ecosistemi e, soprattutto, dicendo no agli Ogm. Secondo Legambiente “quest’agricoltura potrà dare un contributo importante nella mitigazione dei cambiamenti climatici, che potrà garantire cibo sano e di qualità, un lavoro dignitoso; che potrà aiutare a valorizzare il territorio e offrire fonti di energia rinnovabile, materiali e prodotti alternativi alla petrolchimica”. Altro obiettivo dello speciale convoglio, di concerto con gli ambasciatori del territorio, sarà il lancio del “Progetto Conversione”, che coinvolgerà agricoltori, mondo scientifico, ministeri di agricoltura e ambiente, e regioni, con l’obiettivo di “aumentare le produzioni biologiche in Italia nei prossimi 6 anni, estendendole dal 9% al 20% della superficie agricola entro il 2020”. A ogni tappa, infatti, saliranno a bordo del Treno gli “Ambasciatori del Territorio”, ossia agricoltori italiani e aziende agricole che producono nel rispetto del patrimonio ambientale, sociale e culturale dei loro territori. Tra le 15 tappe in programma, c’è anche quella molisana, presso la stazione ferroviaria di Termoli, nelle giornate di giovedì 12 e venerdì 13 marzo, con un calendario fitto di appuntamenti e la possibilità di poter visitare le quattro carrozze del convoglio, ognuna con diverso tema sviluppato, con al centro l’agricoltura, il territorio, il cibo e la sostenibilità.

Locandina dell'evento










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