lunedì 14 luglio 2014

LO SPAZIO SOCIO-CULTURALE DEL VINO

Il vino è il risultato di apporti di vitigni e tecniche enologiche dalle origini lontane, che solo con il procedere della tradizione hanno trovato una sintesi perfetta: una fusion che bene appaga i desideri di eclettismo e di sincretismo del consumatore moderno. Eclettico perché si muove con disinvoltura combinando stili diversi, sincretico perché li fonde in modo armonico. Il mondo cambia, la società si trasforma ed il vino non si sottrae a quei fenomeni, anzi per i suoi connotati relazionali viene investito più di altri settori economici da queste trasformazioni dei modi di vita dove si è passati da un atteggiamento razionale e rivolto al futuro, ad un mondo sociale dove sono più importanti le sensazioni brevi e più intense. Siamo passati da un consumatore che fondava le sue scelte sulle pulsioni dell’ego per differenziarsi dagli altri, ad un consumatore guidato da fenomeni di emulazione. Quello che i sociologi chiamano uno spazio “socio culturale”, dove l’esperienza di ciascuno contribuisce alla costruzione di una dimensione virtuale, ma che ha i connotati di una carta topografica dove sono indicati i luoghi (della mente), le traiettorie (i percorsi ideali), le destinazioni (il piacere). Forse l’ascensione verso la vetta di una montagna rappresenta meglio questo itinerario. 

Il Bacco di Caravaggio

Alla base si trovano i vini che non trasmettono i valori che il consumatore cerca, andando verso la sommità, ci saranno i vini con un alto valore culturale. In questo gradiente di valorizzazione si possono distinguere tre fasi: dai vini senza origine ai vini con l’origine, si percepisce un guadagno di identità spaziale; dai vini comuni ai vini rari, un guadagno di singolarità spaziale; dai terroir poco noti a quelli più noti, un guadagno di qualità spaziale. Nell'ascesa verso la vetta si trova anche l'identità storica di quel vino. Come nell'esperienza kantiana, la nostra carta (topografica) mentale si identifica quindi nelle variabili temporali e spaziali che ci consentono di declinare la qualità attraverso tre sfumature: l'anzianità (la qualità immanente dell’età), l’autenticità (la qualità certificata dalla tradizione) e la stabilità (la qualità acquisita per la durata).

Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (articolo a firma del prof. Attilio Scienza)


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