sabato 3 maggio 2014

I CONFINI CULTURALI DEL VINO

Scrive Erri De Luca che la forma a stivale dell’Italia non è servita in passato per dare un calcio ai popoli che in tutti i tempi si sono avvicinati a lei, ma in virtù della sua posizione in mezzo al Mediterraneo, per accoglierli e dare loro la possibilità di interagire con le popolazioni originarie. Questo incontro tra uomini ha creato nel nostro Paese infiniti limes, intesi come confini culturali dove sono nate le infinite espressioni del caleidoscopio agro-alimentare che tutto il mondo ci invidia. I confini sono luoghi di tensioni etniche, ma anche di scambio e di innovazione. Gli antropologi chiamano queste espressioni culturali edge effect, effetto bordo. In viticoltura si ricordano i confini segnati dalle entità terminologiche e dalla diffusione delle varie tipologie di strumenti per la coltivazione della vite e la vinificazione (come il castello e la nave per il trasporto dell’uva e del vino, le tipologie di torchio e di roncola per la potatura). Ancora oggi l’occhio attento dell’osservatore erudito coglie nelle tipologie dei muri dei terrazzamenti o nelle cantine il segno delle antiche origini, soprattutto nei luoghi dove le due culture sono venute a contatto. 

Vecchio sistema di allevamento ad alberata, ancora presente nel casertano (foto Sebastiano Di Maria)

L’Italia è ricca di questi limes: basti pensare ai confini nascosti che separano la viticoltura latina da quella greca nell'isola d’Ischia o quella dell’enclave etrusca di Capua riconoscibile dall’Asprinio, vitigno dalle origini comuni ai lambruschi e dalla forma d’allevamento ad alberata o la viticoltura di ispirazione longobarda ad ovest di Bologna da quella bizantina fino al mare. Di norma la cultura più forte ha un’azione intrusiva che preme sulle società limitrofe e quindi nel caso della vite esporta il modello romano verso altri Paesi. Può sembrare contraddittorio, ma la frontiera è uno spazio capace di produrre continuità storico-culturale e favorire la conservazione delle espressioni più arcaiche della viticoltura, a guisa di una sorta di riproduzione delle società originarie, ma può essere anche il luogo dove nasce una nuova viticoltura. Questo è quanto successo circa 2 mila anni fa in Italia nell'incontro tra i popoli dell’Occidente e quelli dell’Oriente.

Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (Articolo a firma del prof. Attilio Scienza)


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