sabato 29 dicembre 2012

BUON COMPLEANNO

Un anno fa, proprio in questa giornata, tra giustificati dubbi di noviziato e smania animata da tanta passione, nasceva questo blog, pensato per portare la cultura del vino, e del suo complesso mondo, direttamente sul territorio. Detto così, a qualcuno sarà sicuramente venuto un ragionevole dubbio, dopo un brusco movimento dell’arcata sopraccigliare, accompagnato dall’esclamazione: “Dov’è la novità? La rete ne è piena di roba simile”. In effetti, per certi versi, questo risponde al vero, ossia un’abbondanza di contenitori (blog, forum, portali, etc.) che grondano di (eno) degustazioni, di (eno) recensioni, di (eno) consigli, di (eno) riflessioni, di (eno) cultura e di tutto quello che gravita in questo mondo, spesso avvolto dal mistero o da chiaro-scuri. L’obiettivo che mi ero prefisso in partenza e che spero di aver mantenuto, quindi, era di non creare l’ennesimo clone, come un film già visto, bensì, un vero e proprio strumento di crescita personale che fosse d’aiuto al consumatore a comprendere certe problematiche concernenti il mondo del vino e della cultura enogastronomica in generale, soprattutto nella nostra realtà dove latitano queste forme di comunicazione. Tutto questo con l’utilizzo di un linguaggio semplice, alla portata di tutti, senza tecnicismo esasperato e termini astrusi. Ci sarò riuscito?
 
 
Stando ai numeri, quelli dei contatti e dei like di Facebook dal momento in cui li ho inseriti, oltre la specificità del blog e l’impossibilità di poter contribuire in maniera sistematica ad aggiornamenti, il risultati sono straordinari. L’unico neo, se così si può definire, dove invece speravo ci fosse un salto di qualità, è stato la scarsità di contributi da parte dei singoli come apporto critico alle tematiche trattate, pur lasciando libertà di replica senza restrizione alcuna. Quest’aspetto, probabilmente figlio di una mancanza d’informazione o di formazione, in termini generali, su questi temi, ci relega in una posizione di disagio rispetto ad altre realtà territoriali. Questo è stato uno dei motivi, insieme ad altri, che mi hanno portato all’idea di creare un sistema di formazione permanente, la “Scuola del gusto”, con il patrocinio dell’istituzione scolastica dove lavoro, che fosse aperta a tutti, in particolar modo agli studenti, che rappresentano il futuro della nostra terra, ma anche a tutti quelli che desiderano conoscere le produzioni di qualità del territorio e le sue ricchezze, a costo zero, attraverso il concetto di “qualità a portata di mano”. 
 
 

Tra gli aspetti del blog, c’è né uno che mi va di citare su tutti, che la dice lunga sulla capacità di diffusione come mezzo di cultura. In questo post, mi ero sbilanciato, con un commento abbastanza piccato, su una ricerca scientifica, circa i benefici effetti di alcuni componenti della frazione polifenolica dei vini. In realtà, quello che mettevo in discussione, non era il contenuto strettamente tecnico, bensì alcuni commenti a corollario che, secondo me, andavano a ledere l’immagine di un certo tipo di produzione e ad avvantaggiare un certo tipo di consumatore. Il professore ordinario di chimica organica, titolare di questo gruppo di ricerca internazionale, il giorno dopo, mi ha scritto una mail chiedendomi, tra l’altro, di approfondire i concetti da me espressi, che ben volentieri gli ho esposto. Naturalmente, non posso riportare il contenuto della discussione, nel rispetto della privacy, ma potete ben capire che esprimere il proprio pensiero, anche se qualche volta in maniera critica, purché supportato da onestà intellettuale, non ci pone, aimè, a riparo da critiche o invidie, che sono il sale del nostro quotidiano, ma ci permette di crescere con il confronto e il rapporto tra cultura e approcci diversi. Quello che invece manca, oltre al famoso giornalista Daniele Cernilli, di cui ho parlato ampiamente in questo post, a dei signori del Gambero Rosso che qualche giorno fa, in questa rubrica, probabilmente redatta comodamente seduti davanti al loro desktop, hanno avuto il coraggio di scrivere e cito testualmente: “E c’è poi il vitigno molisano autoctono per antonomasia, la Tintilia, un’uva che dà vita a bianchi minerali e profumati, i più caratteristici senza dubbio”. Voglio augurarmi che sia un errore di battitura, o meglio di copia/incolla, seppur grave per professionisti del settore, visto che dopo lo recensiscono come rosso, anche se la mineralità è una qualità ricercata per i vini bianchi.
 
 

La scelta di celebrare il primo anno di vita del blog con il post numero 100, è il segno di un traguardo raggiunto, impensabile e inimmaginabile all’inizio, anche grazie al contributo dell’amico Pasquale Di Lena, con cui spesso ci scambiamo idee e post, oltre che prodigo di consigli e parole d’affetto, impegnato da una vita, con il suo peregrinaggio in giro per il mondo, nel promuovere i tesori del territorio e della cultura enogastronomica. Un ringraziamento anche all’amico Marcello Pastorini, di cui spesso ho riportato le iniziative firmate “Ecomuseo Itinerari frentani”, anch’egli instancabile nell’offrire percorsi nella storia, nella cultura, nella musica popolare e nei sapori del Molise frentano, o l'Arch. Franco Valente, per il suo impegno nell'arte. Un ringraziamento anche a tutti voi che avete condiviso, apprezzato o sopportato i miei articoli, qualche volta un po’ critici, qualche volta un po’ troppo tecnici, ma sicuramente pregni d’impegno e passione per la nostra terra, da molti ignorata e bistrattata. Quelli più importanti li ho lasciati alla fine: un grazie di cuore a mia moglie e ai miei figli, cui ho sottratto parte degli affetti per la mia formazione, per lo spirito e la forza che mi sanno trasmettere nei momenti di difficoltà. Con la speranza che una scampata fine sia l’inizio di una nuova vita, auguro a tutti BUON 2013.
 
Sebastiano Di Maria
 

venerdì 28 dicembre 2012

QUANDO LA DEGUSTAZIONE DIVENTA POESIA: UN UNIVERSO CANGIANTE DI UMORI SOTTILI


 

Il granato è vivo e confortante, pur concedendosi ai margini le naturali sfrangiature tipiche di un vino che non intende far sue le ragioni dell’estrazione bruta o degli attributi per gli attributi. E ancor di più te ne accorgi se solo lo accosti al naso: un universo cangiante di umori sottili, stimolanti, raffinati, aerei. A volte solenni, a volte sbarazzini, che riempiono il tempo e la voglia di stare in sua compagnia.
E’ un’aurea classicità di nebbiolo d’altura che fa da sfondo ad un quadro dinamico di rose, humus, menta, china, erbe fini, pepe, bergamotto e mandarino: finissimo, fresco, lungo, vibrante e ancora speziato, una trama carnosa ne copre appena la splendente e scarnificata nudità, regalandogli una coinvolgente cremosità tattile. Quanto basta per non farti apprezzare il gradino tannico. Quanto basta per conciliare mirabilmente le voci e illuminare a giorno l’evidenza sua più lampante: una beva irresistibile. Enorme la complessità, che è poi istinto puro. Prodigioso l’equilibrio.
A 20 euro o giù di lì (rapporto qualità/prezzo da lasciar senza parole) la sublime consistenza del nebbiolo di montagna, quale idea di purezza irraggiungibile ai più (con riferimento all’intero orbe terraqueo).

Fonte: L'AcquaBuona, Carema Etichetta Bianca 2008 – Ferrando e C.
 

Balanço - More (1999)

NB Per una lettura migliore della scheda si consiglia questo brano come sottofondo


lunedì 24 dicembre 2012

sabato 22 dicembre 2012

CALENDARIO COMPLETO DEL CORSO

 



REVISIONE 3.0 DEL 14 MARZO 2013








STORIA - Primo modulo (3 ore[lezioni frontali]):
giovedì 13 dicembre 2012 dalle ore 15:00 alle ore 18:00
      
Docente: Prof.ssa Annarita de Notariis (Istituto Agrario)
Il mito del vino come contributo nello sviluppo della civiltà occidentale (egiziani, greci, etruschi, romani), nelle varie epoche (medioevo e rinascimento) e significato e simboli nella religione cattolica. Le scoperte archeologiche in Molise. Il vino e la vite nel tessuto sociale dell’epoca.

VITICOLTURA - Secondo modulo (7 ore [4 ore di lezioni front. e 3 di pratica]):
martedì 08 e giovedì 10 gennaio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 17:00      

Docente: Prof. Panfilo D’Ercole (Istituto Agrario)
La coltivazione della vite: principi di biologia e fisiologia, sistemi di allevamento e avversità, lotta biologica e viticoltura sostenibile. Viticoltura di precisione.


giovedì 17 gennaio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00        
Docente: dott. Pierluigi Cocchini e dott.ssa Loredana Pietroniro (Ufficio vitiv. ARSIAM)
Visita presso viticoltore per studio sistemi di allevamento e operazione di potatura (azienda Angelo D'Uva a Larino)

ENOLOGIA - Terzo modulo (6 ore [3 ore di lezioni frontali e 3 di pratica]):
giovedì 24 gennaio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00        
Docente: dott.ssa Maria Concetta Raimondo (Enologo)
Biochimismo del processo fermentativo, microbiologia e tecnica enologica. Affinamento e vini speciali.
venerdì 01 febbraio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00        
Docente: Prof. Pasquale Marco Romano (Istituto Agrario)
Laboratorio controllo qualità e principali metodiche analitiche.

ANALISI SENSORIALE - Quarto modulo (9 ore):
giovedì 07 febbraio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00       
Docente: Gabriele Di Blasio (sommelier AIS)
Principi di analisi sensoriale, fisiologia dei sensi ed addestramento alla percezione. Gli aromi del vino, tecnica di degustazione e abbinamento cibo-vino.
giovedì 14 febbraio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00       
Docente: Rudy Rinaldi (sommelier ASPI)
Principi di analisi sensoriale, fisiologia dei sensi ed addestramento alla percezione. Gli aromi del vino, tecnica di degustazione e abbinamento cibo-vino.
giovedì 21 febbraio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00       
Docente: dott. Pierluigi Cocchini e dott.ssa Loredana Pietroniro (sommelier SLOW FOOD)
Principi di analisi sensoriale, fisiologia dei sensi ed addestramento alla percezione. Gli aromi del vino, tecnica di degustazione e abbinamento cibo-vino.
VISITE IN CANTINE - Uscite didattiche (6 ore):
giovedì 28 febbraio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00       
Accompagnatore: dott. Sebastiano Di Maria (Istituto Agrario)
Visita presso cantine di produzione (Borgo di Colloredo).
martedì 05 marzo 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Accompagnatore: dott. Sebastiano Di Maria (Istituto Agrario)
Visita presso cantine di produzione (Di Majo Norante).
MARKETING - Quinto modulo (12 ore):
giovedì 14 marzo 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docente: Prof.ssa Monica Meini (Università degli Studi del Molise)
Enoturismo e turismo rurale. Dal buon vino al buon territorio.
giovedì 21 marzo 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docente: dott. Pasquale Di Lena (Agronomo, esperto di Enogastronomia, scrittore)
Percorsi di vini e di oli.
giovedì 28 marzo 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docente: dott. Sebastiano Di Maria (Istituto Agrario)
Enografia. Vitigni autoctoni e vini di qualità. Principali regioni vitivinicole italiane ed internazionali. Denominazioni d’origine.
giovedì 04 aprile 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docente: Prof. Rossano Pazzagli (Università degli Studi del Molise)
Dalla storia del territorio alle strade del vino: agricoltura e giacimenti enogastronomici.
NUTRIZIONE  E NORMATIVA - Sesto modulo (6 ore):
giovedì 11 aprile 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docente: dott. Marco Tagliaferri (Medico-Chirurgo)
Aspetti nutrizionali e salutistici. Il rapporto vino-alcool ed educazione al consumo consapevole. Uso e abuso di alcool.
giovedì 18 aprile 2013 dalle ore 15:00 alle ore 18:00 
Docenti: dott.ssa Giovanna Vizzarri e Avv. Vincenzo Notarangelo (Liberi Professionisti)
Principali frodi alimentari sul vino, il sistema di autocontrollo, le certificazioni di qualità e sistemi di rintracciabilità di filiera. Normativa.
TECNOLOGIE INFORMATICHE - Settimo modulo (6 ore):
giovedì 24 aprile, 02  e 09 maggio 2013 dalle ore 15:00 alle ore 17:00   
Docente: Prof. Pasquale Cordigliere (Istituto Tecnico “San Pardo” e libero professionista)
Creazione di un’etichetta e del relativo logo. Raccolta del materiale realizzato con cui predisporre l’opuscolo divulgativo e il Cd/Dvd- Rom.
 
Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com


giovedì 20 dicembre 2012

VISITA AZIENDALE ALLE CANTINE FLOCCO

Qualche settimana fa, in una delle tante uscite didattiche che gli studenti dell’Istituto Agrario fanno nel corso dell’anno scolastico, sia per approfondire direttamente sul campo alcuni degli aspetti curati durante le lezioni che per un approccio diretto al mondo produttivo, si sono imbattuti in una delle realtà produttive vitivinicole più importanti della regione. Sto parlando dell’azienda “Masserie Flocco”, con sede in agro di Portocannone, uno dei quattro comuni arbëreshë della regione, con una superficie vitata di circa 100 ettari e diversi sistemi d’impianto (G.D.C., tendone e soprattutto controspalliera), dove sono coltivati sia vitigni internazionali (Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah) che autoctoni (Montepulciano, Tintilia, Falanghina), dislocati anche nei comuni di S. Martino in Pensilis, Guglionesi e Campomarino. La Tintilia, prodotta in passato, attualmente non è imbottigliata e rappresenta, di fatto, una delle poche realtà territoriali che non punta sul vitigno autoctono della regione. La conduzione della cantina, in principio affidata all’enologo Paolo Peira, formatosi presso l’Università di Bordeaux, che ha puntato molto sui vitigni internazionali francesi, adesso è nelle mani dell’enologo Maria Concetta Raimondo, un’ex allieva dello stesso Istituto Agrario, con diverse esperienze in altre realtà territoriali.
 
 

Dopo la descrizione dell’intero processo produttivo, dalla ricezione delle uve fino all’imbottigliamento, sotto lo sguardo attento e partecipativo degli studenti, la dott.ssa Raimondo ha illustrato dettagliatamente quali sono le analisi di routine che esegue quotidianamente nel laboratorio analisi e quali sono i parametri da monitorare per un processo di qualità che privilegi l’espressione territoriale, dando vini, quindi, con una propria identità. Per quanto riguarda gli affinamenti, dopo un utilizzo massiccio di tonneau e di barrique di rovere francese nelle produzioni degli anni passati, visti gli elevati costi di gestione da una parte e il cambio delle strategie aziendali dall’altra, ha fatto pendere l’ago della bilancia verso una razionalizzazione dei costi produttivi, limitando l’uso del legno solo a qualche tipologia. Dopo la parte strettamente tecnica, il gruppo si è spostato nella sala di degustazione, dove si sono potute apprezzare le qualità delle principali produzioni aziendali, descritte in maniera meticolosa e puntuale dalla guida tecnica dell’azienda, docente, tra l’altro, nei corsi AIS. Oltre ad una descrizione delle varie fasi dell’analisi sensoriale e delle caratteristiche peculiari dei vini in degustazione, in concreto, quasi tutti quelli aziendali, si sono potute apprezzare anche le qualità organolettiche di preparazioni curate dagli stessi studenti e docenti dell’Istituto, in un momento di convivialità e coinvolgimento parlando di vino ed enogastronomia locale.
 
 

Per quanto riguarda i vini in degustazione si è partiti da una Falanghina (IGT Terre degli Osci), 12.5% la gradazione alcolica, di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, fresca ed equilibrata, con sentori floreali e leggermente agrumati al retrolfatto. Altro vino bianco in degustazione è stato il Trebbiano (IGT Terre gli Osci), 12.00% la gradazione alcolica, di colore giallo paglierino scarico, di buona mineralità e sapidità, con note floreali e fruttate, con un carattere in un vitigno tipicamente “neutro”, che qualcuno vorrebbe eliminare dal panorama ampelografico nazionale, come ho avuto modo di parlarne in questo post. Dopo i bianchi, è stata la volta dei rossi, a partire dal “Podere dei Castelli” (IGT Terre degli Osci), ottenuto da un uvaggio di merlot (95%) e altri vitigni a bacca rossa (5%), 14.00% la gradazione alcolica, di un colore rosso rubino intenso, note di ciliegia e lampone, morbido e asciutto, di straordinaria freschezza aromatica, solo affinamento in acciaio. E’ stato poi la volta del “Podere di Sot”, un Montepulciano in purezza, dal colore rosso rubino, 13.00% la gradazione alcolica, note di frutta matura, marmellata di mirtilli, cuoio, dal corpo pieno e avvolgente, supportato da un’ottima struttura, ancora una volta solo acciaio. E per finire l’ultimo nato in casa Flocco, il “Sangue di Buoi”, un rosso corposo da Montepulciano (80%) e Aglianico (20%), il cui nome rievoca la passione e la tradizione delle carresi molisane, che a Portocannone hanno une delle loro espressioni. Di colore rosso rubino, tendente al granato, con note di cuoio e spezie, di grande impatto al palato, fa affinamento in barrique di rovere francese per il 50%, la restante parte affina in acciaio, 13.50% la gradazione alcolica.
 
 
Gli studenti e i docenti hanno avuto modo di apprezzare l’ospitalità e le produzioni di qualità della famiglia Flocco, che stanno investendo sul futuro facendo formare uno dei figli presso l’Istituto Agrario di Larino e su cui puntano per un rilancio dell’azienda dal punto di vista enologico. Particolarmente apprezzato, è stato il contributo tecnico-scientifico della dott.ssa Maria Concetta Raimondo, per la professionalità e il contributo tecnico apportato agli studenti, professionalità che arricchirà, come docenza, il corso “La scuola del gusto: Un Molise divino”. Una scuola al servizio del territorio, il territorio a servizio della scuola.
 
Sebastiano Di Maria
 

venerdì 14 dicembre 2012

UN MOLISE DIVINO: LA VITE E IL VINO NELLA STORIA

Ieri pomeriggio, nell’aula Magna dell’Istituto Tecnico “San Pardo” di Larino, si è svolta la prima lezione della “Scuola del gusto: Un Molise Divino”. Il primo tema, trattato magistralmente dalla Prof.ssa Annarita de Notariis, docente di Storia dello stesso Istituto e con un passato da archeologa, ha riguardato il mito del vino e della vite nelle diverse civiltà occidentali (egiziani, greci, etruschi e romani) e nelle varie epoche, come Medioevo e Rinascimento. Vista la sua esperienza sul campo, particolare attenzione e interesse hanno suscitato, nella folta platea di partecipanti, i contributi scientifici dati dagli scavi archeologici del basso Molise, e di Larino in particolare, che testimoniano l’esistenza di una viticoltura fiorente e del vino già in epoca romana.


La Prof.ssa Annarita de Notariis durante la lezione

La viticoltura sembra aver avuto origine nel Neolitico quando, nelle “discariche” dei primi villaggi preistorici, da semi, presero origine i primi “frutteti”, da cui furono selezionate le prime specie, tra cui la vite. Fu questo il momento, come sottolineato dalla docente, che decretò la nascita dell’agricoltura, soprattutto per mano delle donne, che non impegnate in operazioni di caccia, ad appannaggio della parte maschile, si dedicarono alla coltivazione di specie proficue per il sostentamento. I principali centri di domesticazione primitiva nacquero nel vicino oriente, dove era diffusa la formazione di villaggi, e in particolar modo nella regione caucasica, tra i bacini del Mar Caspio e del Mar Nero. Nel territorio ora occupato dalla Georgia, sono stati ritrovati orci con tracce di vino nel loro interno. Siamo a circa 5.000 anni prima della nascita di Cristo, è rappresenta, di fatto, la nascita della prima forma di viticoltura con relativa produzione di vino.
La storia del vino, sempre in oriente, trova spazio nella culla della civiltà. La Bibbia, nella Genesi, ci riferisce di Noè che appena uscito dall'arca pianta una vigna e ne ottiene vino, testimoniando che le tecniche enologiche erano ben conosciute già in epoca pre-diluviana. Gli Egiziani, invece, furono maestri e depositari di tali tecniche. Essi tenevano, con cura e precisione, registrazioni dettagliate di tutte le fasi del processo produttivo, dal lavoro in vigna alla conservazione. Ne sono testimonianza i numerosi geroglifici che rappresentano particolari di come si produceva il vino dei Faraoni. Attraverso i Greci e i Fenici, il vino entrò in Europa. I poemi omerici testimoniano ampiamente la presenza e l'importanza del vino. All'epoca dell'Impero Romano la viticoltura si diffuse enormemente, raggiungendo l'Europa settentrionale. Si scrisse tanto sul tema che oggi non è difficile ricostruire una mappa vinicola della penisola al tempo dei Cesari. Le tecniche vitivinicole conobbero in quei secoli notevole sviluppo: a differenza dei Greci, che conservavano il vino in anfore di terracotta, oggi riproposto da qualche produttore, i Romani cominciarono a usare barili di legno e bottiglie di vetro, introducendo, o quantomeno enfatizzando, il concetto di "annata" e "invecchiamento".


Impluvium presente in una domus ellenistica a Larino

Di particolare rilevanza, risalenti a epoca romana, sono i ritrovamenti archeologici in basso Molise, e in particolare nel territorio dell’allora Larinum (Urbs princeps frentanorum), municipio romano, che testimonia l’esistenza della viticoltura e del culto del vino. Nel territorio larinate sono state ritrovate alcune fattorie/villae dedite allo sfruttamento del fertile comprensorio agricolo. Una fiorente produzione di olio e vino è attestata dal ritrovamento di grandi contenitori (dolia) adibiti alla conservazione delle derrate alimentari, posti nei magazzini di alcune ville rustiche localizzate e indagate nei territori di S. Martino in Pensilis, di Morrone del Sannio e di San Giacomo degli Schiavoni. Di particolare rilevanza è un impluvium (vasca di raccolta delle acque) presente in una domus (casa) ellenistica pre-imperiale, nel territorio di Larino, con un mosaico policromo raffigurante su campo bianco un polipo centrale e quattro cernie agli angoli; tutto intorno un'ampia cornice di tralci, pampini e grappoli. In località Mattonelle, situata nelle Piane di Larino, non lontano dalla riva destra del fiume Biferno e presso il percorso del tratturo Centurelle-Montesecco, sempre di pertinenza del municipio romano di Larinum, è stata riportata alla luce una villa con alcuni ambienti, dove si trovavano: il torchio (torcularium), i magazzini (cella vinaria) e i depositi, oltre ad anfore vinarie da trasporto con iscrizioni dipinte riferite al prodotto contenuto e all'annata di produzione. Tracce di viticoltura si ritrovano anche in tombe rinvenute in contrada Carpineto, sempre nel comune di Larino, come certificato dalla Prof.ssa de Notariis che ha partecipato personalmente agli scavi, dove nel corredo funebre dei defunti sono state ritrovare brocche e vasi di ceramica con vinaccioli d’uva e altri semi di piante comuni dell’epoca (olivo e quercia, in particolar modo).

Anfore vinarie nel museo civico a Larino (sinistra) e tomba con corredo funebre sempre a Larino (destra)
Questi sono, a grandi linee, i temi trattati e sviscerati nella prima lezione del corso; una panoramica vasta sul mito del vino e di come abbia accompagnato, sia come simbolo di convivialità, sia come sviluppo delle prime forme di agricoltura, interi popoli e civiltà. Un ponte temporale che ci porta fino ai giorni nostri, a forme di viticoltura e territori che ancora conservano quei tratti e quei segni, tramandati in maniera indelebile, che occorre riscoprire e rafforzare per proporsi in maniera forte nel mercato globalizzato.
 
Sebastiano Di Maria
 

lunedì 10 dicembre 2012

INIZIA L'AVVENTURA

Presentazione del corso
 
 
I relatori

Il sottoscritto che descrive il contenuto del corso


PRIMO MODULO
(3 ore, giovedì 13 dicembre ore 15:00)
 
Il mito del vino come contributo nello sviluppo della civiltà occidentale (egiziani, greci, etruschi, romani, medioevo e rinascimento). Le scoperte archeologiche in Molise.
Prof.ssa Annarita De Notariis (Istituto Tecnico “San Pardo”)



Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com


sabato 1 dicembre 2012

ENOTECA REGIONALE?

Ero presente anche io all'appuntamento e spero di poter scrivere qualcosa in proposito, appena possibile. Intanto ecco un estratto dell'importante iniziativa.



Fonte: Quotidiano del Molise del 30/11/2012






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